L’eco dell’Armenia e delle sue tragedie nella voce di Aznavour
Nel cammino che vogliamo iniziare e che ci porterà tra le parole e i silenzi della musica italiana, di nascita o di adozione, vogliamo iniziare con un atto di dolore. Quasi una preghiera. Con la consapevolezza che chiediamo da subito al lettore una fiducia rispettosamente religiosa, seppur da laici convinti. Eccoci: partiamo da Charles Aznavour – La Mamma. Un pezzo che uscì intorno al 1963 e che fu da subito un successo non solo in Francia ma anche in Inghilterra e negli USA. Ma ricordiamoci un attimo chi era Aznavour. Charles Aznavour, nome d’arte di Chahnourh Varinag Aznavourian, nasce a Parigi il 22 maggio 1924 da Micha Aznavourian, un immigrato armeno originario di Akhaltsikhe (nell’odierna Georgia), figlio del cuoco del governatore d’Armenia, e da Knar Baghdassarian, un’immigrata armena originaria di Smirne (nell’odierna Turchia), figlia di benestanti commercianti, sopravvissuta al genocidio armeno. Fin da giovanissimo è inserito dai genitori nel mondo teatrale parigino, iniziando l’attività artistica a nove anni con il nome d’arte di Aznavour. Il suo colpo di fortuna arriva nel 1946, quando viene scoperto da Édith Piaf, che lo porta in tournée in Francia, negli Stati Uniti d’America e in Canada. Ma il riconoscimento mondiale arriva nel ’56 all’Olympia di Parigi con la canzone Sur ma vie: uno strepitoso successo che gli permetterà di entrare nella storia degli chansonnier francesi. Le sue canzoni sono sempre state oggetto di desiderio per i più grandi cantanti a livello mondiale. Ma lui Aznavour è sempre rimasto magistralmente semplice, dotato di quella effimera nostalgia che non si lascia afferrare ma che ti sovrasta. Quasi etereo nel suo sentimento, ha saputo consegnare nelle mani del pubblico il segreto estremo della passione struggente senza appello. Con il successo “La Mamma” del 1963 si apre la strada dei testi dedicati alla madre, all’origine suprema della vita, estremo atto di distacco nella morte. Dal Belgio, all’Inghilterra agli Stati Uniti. Moltissimi gli adattamenti tra i quali
La mamma , scritto da Nelly Byl (olandese); La mamma , scritto da Gerrit den Braber (en) (olandese); Mamãe , scritto da Nazareno de Brito (pt) (portoghese); For Mama , scritto da Don Black e interpretato da Matt Monro , Ray Charles (inglese); Mama , scritto da Dragutin Britvić (croato); La mamma , scritto da Mogol (italiano); La mamma , scritto da Charly Niessen (tedesco); Den bompa , scritto da Leo Rozenstraten (nl) (olandese); La Mamma , interpretata da Lili Boniche (arabo)
Da quel momento tutto il mondo piange la madre, o meglio la mamma, cioè la figura più tenera che nasce e prende corpo nel balbettio dell’infante. Più volte cantata in italiano da questa splendida voce armena, la parola diventa quasi uno strascico di lamento d’amore: non mamma…ma m’ama. Ognuno torna a casa nelle grandi mani dell’origine, anche chi ha dato dolore ma ha ricevuto solo amore. Un amore che non finirà intorno. Una ninna nanna che suona in un’aria piena di canzoni, di dolcissimi altri suoni, voci di chi ha perso l’amore più grande. E là…la riscaldano di baci, di sguardi dolci ed infelici. Perché si possa addormentare come un bambino. Ave Maria.