Di fiore in fiore…spunta l’allergia
Belli, bellissimi i prati in fiore, le spighe di grano, la primavera e l’estate tanto attese. Belli bellissimi certo, ma molte persone (circa il 45% della popolazione, soprattutto giovani secondo Assosalute, https://assosalute.federchimica.it/docs/default-source/area-media/4-scheda-allergie-stagionali.pdf?sfvrsn=64cc985b_2) non se li può godere come vorrebbe. Il perché è presto detto con una sola parola: ALLERGIA.
E allora il naso comincia a colare, gli occhi lacrimano e diventano rossi, la gola brucia e il naso prude. Per alcuni poi arriva anche l’attacco d’asma.
Fortunatamente però i rimedi ci sono. Gli allergologi raccomandano di non procedere con il “fai da te”, spesso nocivo, ma di rivolgersi a loro.
Andiamo per ordine.
Quello che si può fare al momento degli attacchi (quando cioè arriva la stagione dei pollini cui si è allergici) è assumere farmaci sintomatici. Antistaminici per via orale (quelli di ultima generazione non danno più sonnolenza come accadeva fino a qualche anno fa) e cortisonici sotto forma di spray nasale o collirio per gli occhi. A volte può bastare la pillola di antistaminico per alleviare tutti i sintomi. Il farmaco andrebbe preso per tutto il periodo dell’allergia o secondo le modalità stabilite dal medico curante.
La cosa più saggia da fare sarebbe però affrontare il problema per tempo. Vale a dire durante l’inverno o, meglio ancora, in autunno. Occorre quindi andare dall’allergologo e sottoporsi a test specifici per conoscere con certezza la sostanza cui si è allergici (graminacee, parietaria…). In base al risultato il medico potrà consigliare il vaccino desensibilizzante idoneo per quel tipo di allergia e programmerà il ciclo vaccinale da effettuare: fino a qualche anno fa si trattava di sottoporsi ad una serie di iniezioni sottocutanee effettuate con una siringa da insulina a scadenze prefissate dall’allergologo. Oggi molti di tali farmaci sono in gocce o cialde sublinguali da assumere per diversi mesi all’anno o anche ininterrottamente almeno per tre anni di seguito. In realtà, quindi, tale procedura non è una vera e propria vaccinazione ma piuttosto una “Terapia desensibilizzante”, come più correttamente occorrerebbe dire.
Questa terapia permette all’organismo di abituarsi a poco a poco a riconoscere quell’allergene e a non considerarlo più un “nemico” quando poi in primavera o in estate si verrà di nuovo in contatto con lui.
Qualche altro aiutino può arrivare da comportamenti adeguati. Ad esempio aprire le finestre della casa al mattino e alla sera, tenendole chiuse durante il giorno, perché in quelle ore ci sono meno pollini nell’aria. L’ideale sarebbe allontanarsi dalle zone in cui sono presenti le piante che danno fastidio (ma questo non sempre si può fare). Per chi va in moto o in bicicletta (ma anche semplicemente a chi cammina per strada) un aiuto lo danno le mascherine, Si, proprio quelle che stiamo ancora usando per il Covid.
Infine una curiosità spiegata egregiamente da Sara Mohammad sul sito “Dottore… ma è vero che?” (https://dottoremaeveroche.it).
Ci si domanda: “Con il cambiamento climatico aumentano le allergie?”. La risposta, con tutte le spiegazioni dovute, è purtroppo sì. Dal 1991 – si può leggere – al 2010 sono passate dal 16,8% al 25,8%. Per arrivare, come abbiamo scritto all’inizio, al 45% della popolazione. E di risposte e spiegazioni su questo argomento Sara ne dà tantissime. Ad esempio: “Il cambiamento climatico può accelerare la crescita delle piante e favorirne la fioritura precoce portando non solo a un’estensione della stagione delle allergie ma anche a un aumento della produzione di pollini”.
Comunque, tra un polline e l’altro, un antistaminico e uno spray godiamoci l’estate senza dimenticare però–per l’anno prossimo- di prendere le cose in tempo. A ottobre una visita dall’allergologo e magari , il prossimo anno quasi non ci si accorgerà… ho detto quasi… di essere allergici.