L’infertilità di coppia per moltissimo tempo è stata considerata quasi esclusivamente il risultato di un difetto dell’apparato riproduttivo femminile. È dovuta scorrere moltissima acqua sotto i ponti della cultura perché la ricerca medica mettesse sotto la lente d’ingrandimento l’apparato riproduttivo maschile. Oggi sappiamo che il 40% dei casi di sterilità di coppia ha cause femminili, il 40% maschili e il 20% “miste”. La natura, come si vede, non ha presunzioni di genere, come la specie umana a sia che viva a Sud, Nord, Est o Ovest.(https://ivitalia.it/blog/linfertilita-in-italia-statistiche-e-problematiche-piu-importanti/).
Gli studi sull’infertilità maschile hanno via via portato ad acquisire anche conoscenze sempre più precise sul ruolo dello spermatozoo nella fecondazione e una ricerca davvero innovativa ha permesso di capire quale sia il meccanismo biologico per cui un solo spermatozoo riesce a penetrare nell’ovocita (vedi).
La rivista “SCIENCE” ha dedicato la copertina di del numero di gennaio 2021 alla scoperta messa a segno da Gaia Pigino, dello Human Technopole di Milano, insieme ai ricercatori del Max Planck Institute di Dresda, l’Istituto Curie di Orsay e il Centro di ricerca e studi avanzati europei di Bonn.
Gli studiosi, attraverso l’uso della crio-microscopia elettronica, hanno individuato nei topi un meccanismo molecolare che permette agli spermatozoi di dirigersi, con precisione assoluta, nell’apparato riproduttivo femminile in direzione dell’ovocita: una condizione indispensabile, questa, per penetrare nell’ovocita, fecondarlo e dare origine ad un nuovo essere vivente. La “bussola” presente nel flagello è in realtà un semplice amminoacido, la glicina, aggiunto alla sequenza della proteina tubulina, componente fondamentale del flagello: che è la “coda” dello spermatozoo. Quest’aggiunta alla tubulina permette agli spermatozoi di regolare il movimento ritmico del flagello e di muoversi non a caso (come si credeva) ma indirizzandosi verso il bersaglio con sicurezza e senza sprecare energia.
Che questo sia davvero il meccanismo messo a punto dalla natura per generare la fertilità è provato dal fatto che la mutazione genetica che impedisce l’aggiunta della glicina alla tubulina obbliga gli spermatozoi a muoversi circolarmente, impedendo quindi il corretto l’orientamento che consente di raggiungere l’ovocita e di penetrarlo (uno solo ci riuscirà) per fondere il suo patrimonio genetico con quello della cellula germinale femminile.
Ma non è soltanto il flagello degli spermatozoi ad avvalersi di questa bussola naturale. L’assenza di una modificazione biochimica della tubulina modifica la funzione motoria di ciglia e flagelli possedute anche da altri tipi di cellule: questo fattore potrebbe essere la causa di altre patologie umane associate al malfunzionamento delle ciglia. “Nel corpo umano le ciglia sono fondamentali e si trovano pressoché ovunque – commenta la dottoressa Pigino – dai neuroni, alle cellule epiteliali di reni e bronchi”.
Ricordiamo che l’epitelio bronchiale è dotato di ciglia che lavorano in sincrono per trasportare il muco verso la trachea, favorendo così l’espettorazione e la buona salute di tutto l’apparato respiratorio.