Si fa presto a dire Europa

da | Giu 28, 2023 | Euro Pop Dictionary | 0 commenti

Parlamento Europeo
“Europa”, è un termine che tutti conosciamo molto bene e che, oltre ad avere una connotazione geografica, volente o nolente, rappresenta da lungo tempo l’organizzazione della vita sociale, economica e legislativa di Stati diversi, con l’intento di garantirne l’unione monetaria e, perché no, la coalizzazione civica. L’Unione Europea, questo oramai siamo, o perlomeno cerchiamo di essere, nel migliore dei modi, nonostante le differenze culturali, linguistiche e storico-sociali che ogni Paese conserva nel proprio bagaglio e che molto spesso ci fanno credere in distanze insormontabili. Ma per rappresentare gli interessi di ogni singolo cittadino europeo nel processo legislativo e per garantire il funzionamento democratico di altre istituzioni dell’UE (di cui man mano parleremo) è stato costituito il Parlamento Europeo, importante sede del dibattito politico e del processo decisionale a livello dell’Unione Europea. Il Parlamento possiede potere di supervisione e controllo e assicura la corretta implementazione delle leggi dell’UE. Il trattato di Lisbona, poi, entrato in vigore verso la fine del 2009, lo ha posto alla pari con il Consiglio dei ministri nel decidere i compiti e nel monitorare l’utilizzo del budget dell’UE. Tre sedi per un Parlamento
Il Parlamento Europeo è l’unico organo ad avere tre sedi di lavoro, Strasburgo (https://www.visitstrasbourg.fr/it/visitare-il-parlamento-europeo/), Bruxelles (https://visit.brussels/it/place/Parlamento-Europeo-emiciclo) e Lussemburgo (https://visiting.europarl.europa.eu/it/visitor-offer/luxembourg) e i suoi 705 membri, fra deputate e deputati, vengono eletti – con suffragio universale diretto per un mandato quinquennale – nei 27 Stati membri dell’Unione Europea attraverso elezioni che vengono svolte con il sistema di rappresentanza proporzionale. Ogni Stato membro stabilisce le proprie modalità di scrutinio, garantendo in ogni caso l’uguaglianza tra uomini e donne e la segretezza del voto. Ciascun deputato/a sceglie il gruppo politico a cui appartenere in base alle proprie affinità ideologiche e non per nazionalità. Quale esempio migliore per abbattere quelle differenze apparentemente invalicabili di cui dicevamo sopra? Deputati e deputate, ma in realtà uomini e donne provenienti da luoghi differenti che si trovano a condividere un legame ideologico fondamentale. E proprio da questa collaborazione nascono le attuali 20 Commissioni parlamentari che elaborano, modificano e votano proposte legislative e relazioni d’iniziativa e che rispecchiano la composizione politica in Aula. 
La presidenza del Parlamento, invece, viene eletta per un periodo rinnovabile di due anni e mezzo – pari a metà legislatura – e ha la funzione di rappresentarlo all’esterno e nelle sue relazioni con le altre istituzioni dell’Unione.
Un’istituzione importante e complessa, di cui tutti hanno le orecchie piene, ma non altrettanto piena consapevolezza delle funzioni, a partire dal ruolo che svolge nelle relazioni internazionali e tra gli Stati membri. Europeisti convinti, euroscettici, scettici-rassegnati ma tutti sempre più cittadini
In tempi di populismo e antipolitica rampanti il numero dei deputati, dei gruppi politici presenti negli emicicli, delle tre sedi del Parlamento Europeo non poteva non essere, da tempo, nell’occhio del ciclone delle critiche. Eppure, anche nel caso di queste peculiarità che a molti sembrano storture ridondanti una motivazione esiste ed è, ovviamente, su base storica (questo articolo del Sole 24Ore è illuminante e copre non pochi buchi di conoscenza: https://www.ilsole24ore.com/art/parlamento-ue-ecco-perche-ha-tre-sedi-e-quanto-costano–AE1FtDFH). 
Speriamo che dopo la lettura di questo articolo il numero degli ostili possa scendere; sicuramente gli scettici-rassegnati che in questo momento forse rappresentano la maggioranza degli elettori (quelli che, a volte in modo non sempre coerente, vorrebbero un’Europa più di cittadini che di banche) continueranno forse a ripetere il loro antico mantra: “È uno “sporco” lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!”.